Sei punti in sette partite, è questo il bottino ottenuto dal Parma di Liverani in un inizio di campionato non semplice per i ducali. L’emergenza coronavirus ha compresso notevolmente i tempi di preparazione per la stagione: un dettaglio che ha influito non poco sulle squadre che hanno operato numerosi cambiamenti in estate come, appunto, il Parma.
Di cambiamenti, anzi, ce ne sono stati tantissimi: è cambiata la presidenza, coi Krause che hanno subito messo a disposizione risorse e passione, è cambiato il direttore sportivo, con Carli che ha preso il posto di Faggiano, ed è cambiato soprattutto l’allenatore. Liverani al posto di D’Aversa non solo ha chiuso un’epoca (l’ex tecnico gialloblu era stato il condottiero della doppia promozione dalla C alla A) ma ha anche segnato un radicale cambio di filosofia di gioco. La transizione non si è rivelata semplice, e non era difficile prevederlo, così l’ex allenatore del Lecce ha fatto di necessità virtù.
Tre pareggi di fila
Così dopo l’inizio shock, 0-2 col Napoli e pesante 4-1 a Bologna, Liverani ha scelto di cominciare a mettere legno in cascina per poi scegliere la strada del cambiamento quando non ci saranno grosse impellenze di classifica. D’altronde, l’organico è pressoché identico a quello dello scorso anno ed è giusto non rivoluzionare tutto nel giro di poche settimane. D’altronde c’è da conquistare la salvezza, il Parma è ancora compreso nel gruppone di 7-8 squadre che presumibilmente saranno coinvolte nella lotta per non retrocedere, almeno stando alle quote dei bookmakers elencati anche su casinosicuri.info.
La partita di sabato sera, al Tardini contro la Fiorentina, è stata emblematica: per molti è stato uno 0-0 noioso, Liverani ha però dimostrato grande maturità andando oltre le sue convinzioni tattiche. E’ stato il terzo risultato utile consecutivo per il Parma, tre pareggi (tra cui quello con l’Inter a San Siro), la seconda volta in stagione in cui Sepe ha mantenuto la porta inviolata. Nelle ultime cinque partite è arrivato un solo k.o. Verrebbe quasi da dire che c’è ancora tanto di D’Aversa in questa squadra.
I giovani
Ma il lavoro di Liverani deve essere già valutato più nel profondo. Non può così passare inosservato un dato segnalato ieri da Transfermarkt e condiviso su Twitter dallo stesso presidente Kyle Krause: tra i 10 esordienti in Serie A più giovani in questo primo scorcio di campionato, tre sono del Parma. Si tratta di Botond Balogh (debutto contro l’Inter a 18 anni e 4 mesi), Simon Sohm (19 anni e 6 mesi, esordio con l’Udinese) e Andrea Adorante (20 anni e 7 mesi, prima assoluta a Bologna), senza contare che presto potremo vedere all’opera anche Valentin Mihaila, classe 2000 di cui si dice un gran bene.
Se Balogh, anche per una questione di età, sembra essere quello più “acerbo” dei tre, menzione a parte merita Simon Sohm. Lo svizzero è stato tra i migliori in campo contro la Fiorentina, il suo ingresso ad inizio ripresa ha dato vivacità e brio alla manovra. Le sue caratteristiche migliori sono recupero palla e interdizione ma si fa valere anche in fase di costruzione. Non è escluso che Liverani cominci presto a dargli spazio in mediana anche dal primo minuto, considerato anche il periodo non brillantissimo che sta attraversando Kurtic.
I veterani
Lo sloveno è probabilmente la grande delusione di quest’inizio stagione, soprattutto se si pensa al rendimento offerto nella parte finale dello scorso campionato. Tra i “veterani” ha ancora credito Inglese, alla ricerca della miglior forma, mentre da Hernani e Kucka ci si aspetta maggior presenza e lucidità a centrocampo. I migliori in queste prime sette giornate sono così stati i vari Bruno Alves, Gagliolo, Gervinho (esagerando, verrebbe da dire che la prestazione di San Siro vale un’intera stagione) e Pezzella, con Sepe che è stato invece protagonista di troppi alti e bassi.
Detto di Karamoh che si è presto smarrito dopo le primissime giornate che facevano sperare in un campionato da “rivelazione”, va menzionato anche il venezuelano Osorio. Ha debuttato contro la Fiorentina, nella difesa a tre completata da Alves e Gagliolo, e ha messo in mostra tutte le sue qualità: anticipo, interventi puliti e decisi, tecnica individuale non di altissimo livello ma che comunque gli consente di impostare il gioco dalle retrovie. Non ha così sofferto nei duelli con un fuoriclasse di valore mondiale come Ribery. Osorio è stato convocato in nazionale (un peccato, Liverani avrebbe potuto lavorarci su in queste due settimane) ma l’impressione è che i ducali abbiano trovato un prezioso jolly anche in difesa.