Il 2020 dovrebbe essere l’anno della pubblicazione dei tanto attesi concorsi dedicati alla scuola primaria e secondaria.
Grazie a Quota 100, sono stati circa 42 mila i docenti che hanno appeso il gesso al chiodo e si sono ritirati per godersi il meritato riposo dopo anni dedicati alla nobile (ma faticosa) professione dell’insegnamento. I posti lasciati vacanti sono ancora in attesa di essere riempiti da professori di ruolo. Non mancano i giovani neolaureati e non che potrebbero sedersi dietro la cattedra, ma molti di loro non possiedono il requisito fondamentale per ricoprire la carica in maniera indeterminata: l’abilitazione.
È per questo che molti sono in trepidante attesa dell’uscita dei bandi del Ministero dell’Istruzione. Tuttavia, la magistratura sta aprendo una nuova appetibile possibilità: ottenere l’abilitazione all’insegnamento tramite il conseguimento del titolo di laurea e dei 24 cfu a seguito della presentazione di un ricorso.
I 24 crediti in discipline psico-antropo-pedagogiche sono stati introdotti dal decreto Buona Scuola del governo Renzi nel 2017. Attraverso lo studio di materie d’indirizzo psicologico, pedagogico e/o antropologico si possono acquisire delle competenze utili all’insegnamento. Non è un caso che queste discipline siano presenti in qualsiasi piano di studi di scienze della formazione, facoltà dedicata a chi aspira a diventare insegnante della scuola dell’infanzia o primaria.
Sulla base di queste considerazioni e del fatto che i 24 cfu saranno requisiti d’accesso per coloro che parteciperanno al concorso scuola ordinario per le secondaria, i Tribunali del Lavoro stanno accogliendo i ricorsi di chi, patrocinati dall’associazione MSA, richiede l’abilitazione per l’accesso alle graduatorie di seconda fascia.
Uno degli ultimi casi si è verificato a Parma. Un giudice del Tribunale del Lavoro della città ha accolto il ricorso presentato da un cittadino concedendogli l’abilitazione all’insegnamento poiché in possesso di laurea e dei 24 crediti.
Si tratta di sentenze molto importanti per chi aspira a diventare un insegnante, soprattutto in considerazione dei ritardi e dei continui imprevisti che stanno accompagnando l’uscita dei bandi del concorso scuola. Concorso che sarà diviso in due: quello straordinario, riservato a chi insegna già da tre anni anche senza abilitazione, e quello ordinario, per tutti gli altri.
I 24 crediti sono necessari anche per chi vorrà iscriversi alle graduatorie di terza fascia al momento della loro riapertura prevista per maggio/giugno 2020. Non sono necessari, invece, per chi voglia accedere al concorso per l’insegnamento in scuole primarie o dell’infanzia, anch’esso in uscita nei prossimi mesi.
Ricordiamo che, se i 24 crediti non sono stati conseguiti durante il percorso di studi universitario, è sempre possibile prenderli in seguito. Diverse università mettono a disposizione dei corsi appositi. L’UniCusano, ad esempio, offre ai propri iscritti la possibilità di studiare per via telematica di modo da conciliare al meglio lo studio con eventuali impegni lavorativi.
Alla luce di tutto questo, una considerazione viene spontanea: date tutte le difficoltà per diventare docenti, solo una forte passione e il giusto entusiasmo potranno supportare l’aspirante docente e portarlo a ottenere il posto che desidera.