Gran casinò: lo spettacolo che spiega il gioco d’azzardo

Lo scorso sabato 27 ottobre, al Teatro Mentore di Santa Sofia è andato in scena lo spettacolo “Gran Casinò – Storie di chi gioca sulla pelle degli altri” (con ingresso gratuito). Una scema di un lato della società che troppo spesso viene ignorato, ma che forse a volte viene enfatizzato in maniera fin troppo radicale

Gran casino: di cosa si tratta

Lo spettacolo è stato messo in scena dalla compagnia di Itineraria Teatro con Fabrizio De Giovanni e per la regia di Gilberto Colla. L’intento è stato quello di dare prova alla gente di quanta diffusione, a volte preoccupante, c’è oggi in merito al gioco d’azzardo. Le tematiche affrontate, non a caso, sono state talmente toccanti da aver spinto la Regione Emilia Romagna a contribuire economicamente attraverso il progetto “Slot FreER”.

La quotidianità ci insegna che oggi la diffusione del gioco non accenna a placarsi, e se da un lato c’è Papa Francesco che parla di azzardo come un cancro sociale da considerare un flagello al pari del narcotraffico, dall’altro lato c’è il risvolto positivo della medaglia. Un risvolto positivo perché esiste il gioco controllato, il gioco sano, il gioco sicuro.  Un gioco cioè che si può tranquillamente affrontare sui migliori siti di casino online sicuri soldi veri.

Oggi infatti il settore riceve delle verifiche molto rigide, dei controlli particolari grazie ad enti preposti, grazie cioè all’AAMS che vigila sul comportamento degli operatori al fine di garantire agli utenti un’esperienza gradevole, prettamente ludica, e non patologica.

È giusto quindi sponsorizzare un atteggiamento diffidente nei confronti del gioco d’azzardo, ma è giusto anche sapere che una partita a poker, o alla roulette non pregiudicano la nostra salute mentale, perché la cosa importante è divertirsi e sapersi fermare al momento giusto

Cosa voleva trasmettere lo spettacolo Gran Casino

Lo spettacolo Gran Casino, dal piccolo delle sue doti artistiche, è stato quindi un mezzo con cui indicizzare le persone ad una consapevolezza emotiva ma allo stesso tempo razionale: perché il gioco è questione di testa è questione di coscienza.

Non a caso, l’Italia nel corso dei decenni ha vissuto un’evoluzione straordinaria in campo di gambling (online o fisico che sia). Se infatti nel 200 il fatturato sfiorava appena i 26 miliardi, lo scorso anno ha quasi superato i 101 miliardi di euro. I nostri connazionali se in un mondo intero sono una formichina in percentuale, nel settore gioco influiscono per il 23% sul mercato internazionale. Che sia una scommessa, un gioco al lotto, o un poker, la speranza di aver fortuna non abbandona mai il popolo italiano.

E in media ogni italiano è capace di spendere fino a 1500 euro a testa nel settore di gioco d’azzardo: divertimento e adrenalina allo stato puro, che se pur possono diventare un problema  patologico, allo stesso tempo fanno rilassare sempre più persone stressate

Questo dunque, bando alle ciance, è stato quindi uno spettacolo che circa di dissuadere al gioco patologico. Il tutto sperando di contribuire a creare una presa coscienza su un business da capogiro, che se da un lato fa arricchire chi detiene il primato nel mercato, dall’altro toglie soldi a milioni di cittadini speranzosi.