Non c’è alcun dubbio che la sanità pubblica rappresenti un’eccellenza del nostro paese. E tutto ciò lo si è potuto constatare tangibilmente nel nefasto 2020, quando, colti all’improvviso dall’avvento del covid19, il personale delle strutture pubbliche, con turni talvolta massacranti, ha cercato di assistere e salvare centinaia di migliaia di persone, ricevendo l’elogio pubblico anche da parte delle massime autorità del nostro paese.
Nel corso del tempo, tuttavia, effettuare visite di controllo o preventive, è diventato sempre più complicato: i tempi di attesa, spesso, sono biblici. Basti pensare ad esempio, a quando c’è la necessità di effettuare una risonanza magnetica, talvolta da dover compiere in tempi celeri per verificare che non ci siano lesioni di grave entità: la media nazionale è di 120 giorni circa, che possono essere agevolmente abbattuti rivolgendosi a questo centro di Risonanza Magnetica Convenzionata Parma.
Quando è necessario effettuare una risonanza magnetica
Questa tipologia di esame è effettuabile ormai da oltre quarant’anni e risulta meno invasiva rispetto, ad esempio, alla TAC, in quanto non prevede l’utilizzo dei “Raggi X” che possono risultare nocivi per la salute. La risonanza magnetica rappresenta la più importante tecnica diagnostica per immagini, che consente di ottenere delle assolute certezze nella diagnosi di eventuali patologie.
La risonanza magnetica viene effettuata per diagnosticare eventuali problematiche presenti in qualsiasi parte del corpo, come addome, torace, muscoli, articolazioni e apparato scheletrico, risultando di grande supporto nei seguenti ambiti del mondo sanitario: oncologico, neurologico, ortopedico, traumatologico, gastroenterologico. Una tipologia d’esame, quindi, di fondamentale importanza per stabilire lo stato di benessere effettivo di ogni singolo soggetto.
Si può facilmente dedurre, dunque, come questo esame sia utile a comprendere l’eventuale presenza di disfunzioni al cuore, ai vasi sanguigni, al midollo spinale, ai muscoli e alle ossa; in ambito oncologico, inoltre, è utile anche per monitorare la risposta del corpo al trattamento ricevuto.
È importante sapere che prima di procedere all’esame bisogna, inevitabilmente, togliere i seguenti oggetti: lenti a contatto; parrucche; apparecchi per udito; protesi dentarie mobili; busti; fermagli; orologi e gioielli; qualsiasi oggetto a banda magnetica o contenente parti di metallo; cinti sanitari. Alcuni di essi potrebbero incidere sull’andamento dell’analisi, altri invece, potrebbero deteriorarsi e non essere più utilizzabili.
Come avviene la risonanza magnetica
La risonanza magnetica è un esame sicuro che non presenta, in buona sostanza, alcun tipo di controindicazione, se non un paio che si possono definire “marginali”: il riscaldamento della parte del corpo che è oggetto della risonanza; la contrazione involontaria di qualche muscolo. Poche altre analisi mediche così evolute e sofisticate hanno un numero così esiguo di controindicazioni.
Tuttavia, alcuni soggetti non possono procedere a questa tipologia d’esame perché, per via della loro particolare situazione clinica, potrebbe essere fonte di alcuni effetti indesiderati. Parliamo, ad esempio, dei portatori di pacemaker, di protesi con circuiti elettrici o di neuro stimolatori; sono inoltre escluse le donne in stato di gravidanza nei primi tre mesi, i soggetti che soffrono di epilessia o claustrofobia e i portatori di schegge o frammenti metallici.
L’esame avviene facendo sdraiare il paziente sul lettino, mentre sulla parte del corpo da analizzare viene posizionata una bobina in grado di ricevere le radiofrequenze. Dopo essersi accertati che il paziente è in “stato di sicurezza” e la bobina è stabile, il lettino sul quale è steso il paziente viene fatto scorrere all’interno di un grosso cilindro che genera il campo magnetico.
La durata dell’esame varia da 20 a 45 minuti, a seconda della tipologia di analisi che si è tenuti a fare, durante i quali il paziente è obbligato ad indossare delle cuffie auricolari per proteggersi dal rumore, certamente di non lieve entità, che produce il macchinario.