Parlando di tutto ciò che riguarda la cannabis non si può non fare riferimento ai semi autofiorenti, che sono visti con grande apprezzamento da parte di tanti coltivatori. Sono diverse le caratteristiche che contraddistinguono questi semi. Una di queste peculiarità è quella relativa al fatto che crescono abbastanza rapidamente, infatti bisogna ricordare che il tempo della fioritura va più o meno da sette a dieci settimane. Vediamo di saperne di più su questo argomento.
I consigli utili per coltivare i semi autofiorenti
I semi autofiorenti di cannabis, come per esempio quelli venduti sull’e-commerce Fast Buds, si contraddistinguono per il fatto che è molto semplice gestirli e quindi possono essere adatti alla coltivazione da parte di chi è alle prime armi con queste tecniche.
Naturalmente ci sono comunque delle regole che si devono seguire per ottenere dei buoni risultati. Innanzitutto il primo consiglio è quello che riguarda il terriccio, perché deve essere opportunamente soffice e ben drenato.
In particolare si può aggiungere anche della perlite, per ottenere un terriccio particolarmente adeguato. Comunque in generale il substrato per l’impianto dei semi autofiorenti dovrebbe essere più soffice rispetto a quello che viene utilizzato per le coltivazioni fotoperiodiche, che sono più influenzate dai cicli della luce.
È possibile metterli tutti nella stessa grow room?
Molti si chiedono, se si acquistano più varietà di semi autofiorenti femminizzati, se sia possibile metterli tutti nella stessa grow room. Non possiamo che rispondere affermativamente a questa domanda. Tuttavia bisogna specificare che prima di procedere a questa azione si dovrebbe conquistare una certa esperienza.
Infatti occorre comunque fare attenzione, quando si gestiscono più varietà di semi, perché ci si ritrova alle prese con più tipologie di piante, ciascuna delle quali ha delle esigenze particolari per quanto riguarda soprattutto le sostanze nutritive a cui si deve fare ricorso per poter farle crescere meglio.
Come procedere alla concimazione
Le sostanze nutritive, come abbiamo avuto modo di renderci conto da ciò che abbiamo detto, sono molto importanti. Tuttavia non bisognerebbe esagerare con l’apporto di sostanze nutritive. Specialmente se facciamo il confronto con la varietà fotoperiodica, per i semi autofiorenti di cui stiamo parlando i dosaggi necessari di apporti nutritivi sono comunque inferiori, di una percentuale che va dal 25% al 50% in meno. Per questo motivo è importante sapersi regolare in maniera attenta.
La regolazione della temperatura
Nel momento in cui scegliamo di effettuare la coltivazione indoor, si può regolare in maniera precisa anche la temperatura. Per esempio si può cercare di mantenere una temperatura di circa 21 °C.
Un altro parametro importante è invece costituito dall’umidità, che, specialmente nel corso delle prime settimane, deve essere mantenuta più alta. Poi, con il passare del tempo, si può ridurre del 40% o del 50%, in modo da prevenire l’insorgenza di muffe.
Fare attenzione ai falsi miti sui semi autofiorenti
Quando ci si approccia alla coltivazione dei semi autofiorenti di cannabis, si può incorrere anche nel credere a dei falsi miti che vanno invece sfatati. Alcuni per esempio credono a questo proposito che sia possibile distinguere i semi femminili e quelli maschili.
Si ritiene che i primi siano preferibili perché avrebbero la capacità di produrre cime e si riconoscerebbero a causa di una piccola depressione situata nella parte inferiore. Non è assolutamente così che si distinguono i semi. Per riuscire a distinguerli esistono soltanto delle tecniche specifiche, come per esempio quella di guardare molto attentamente i fiori oppure chiedere informazioni più precise al rivenditore.
Facendo attenzione a non cadere in false convinzioni, si potrà essere più consapevoli e avere a disposizione tutte le tecniche per riuscire ad ottenere una coltivazione significativa che dia buoni risultati.