Chi pensa che gli uomini possano essere equiparati a delle macchine, si sbaglia di grosso. Infatti, se le macchine possono lavorare per ore e ore senza subire gli effetti della stanchezza, il nostro organismo è chiaramente differente e c’è la necessità di fare delle pause nel corso dell’attività produttiva.
E, a dispetto di quello che possono pensare in molti, il fatto di stoppare con cadenza certa la propria attività lavorativa può portare in dote un gran numero di benefici.
Anche se tutti sappiamo che non siamo dei robot, in realtà può capitare spesso e volentieri di dimenticarsi di dare la giusta importanza alle pause.
Nel corso degli ultimi tempi è stato coniato addirittura un termine, ovvero workaholism, per indicare proprio la dipendenza dal lavoro. Si tratta di una condizione che comporta la necessità di bruciare, in maniera più o meno rapida, le proprie risorse, sia dal punto di vista del fisico che mentale, senza dimenticare l’impatto negativo che questa scorretta abitudine ha anche nell’ambito economico, così come su quello familiare e pure su quello sociale.
Rivalutare la pausa durante il lavoro
Uno degli studi più completi da questo punto di vista, ovvero quello che è stato pubblicato sulla rivista Symbolic Interaction, realizzato da parte di Pernille Strobaek, presso l’Università di Copenaghen, mette in evidenza quanti e quali siano gli effetti positivi della pausa caffè sul lavoro: a proposito, sapete chi l’ha inventata?
Scopri com’è nata la pausa caffè e perché al giorno d’oggi è così diffusa. Prima di tutto, permette di ridurre lo stress, ma al contempo consente anche di fare un salto di qualità dal punto di vista della produttività.
Non è il fatto di bere caffè, ovviamente, che porta benessere al corpo umano, quanto piuttosto di mettere in pausa il proprio lavoro, staccando la spina per qualche minuto. Il cervello rimane in sospeso e sfrutta questo tempo per ricaricarsi. Non è vero che fare una pausa e lasciare un compito in sospeso è controproducente: anzi, come è stato evidenziato dal cosiddetto effetto Zeigarnik, si alzerà la produttività per fare in modo di terminare il compito che era stato lasciato a metà.
In realtà, sono numerose le ricerche che hanno chiarito quanto sia importante fare un vero e proprio stacco anche dal punto di vista fisico. Insomma, non è sufficiente staccare gli occhi dal pc per qualche minuto, o comunque dal lavoro che si sta svolgendo, ma è necessario anche alzarsi dalla sedia e svolgere un po’ di attività motoria. È chiaro che non si può lasciare l’ufficio e andare a correre, ma qualche passo, giusto per sgranchirsi le gambe, può fare la differenza.
Staccare la spina fa bene e la socializzazione ancora di più
Lo studio dell’Università di Copenaghen che abbiamo citato in precedenza ha messo in evidenza come staccare la spina porta in dote sicuramente diversi aspetti benefici, ma la socializzazione può essere ancora più efficace.
Scambiare qualche parola e qualche risata con i colleghi può essere decisamente utile per diminuire lo stress, ritrovare le proprie idee, ma anche per lasciare libero sfogo a un momento di frustrazione.
Piuttosto di frequente, su questo non ci sono dubbi, si tende a trascurare la pausa e quasi a trattarla in maniera superficiale. Infatti, uno dei pensieri molto diffusi è quello di terminare tutto quello che c’è da fare e concedersi solo alla fine un relax totale.
Come abbiamo detto all’inizio, però, il corpo umano non funziona come le macchine.
Di conseguenza, se ogni due ore di lavoro si consiglia di fare almeno un quarto d’ora di pausa, ecco che per quattro ore di lavoro, non può bastare mezz’ora di pausa, ma si deve necessariamente pensare di staccare un’oretta. E, guarda caso, è proprio il tempo che solitamente dura una pausa pranzo.